La Balkan Route è un corridoio geografico che attraversa la Grecia, risale verso Macedonia e Serbia, puntando da lì verso i paesi dell’UE. In principio era l’Ungheria, poi con la creazione dei muri e il rafforzamento delle frontiere da parte del governo fascista di Orbán il flusso si è spostato verso la Croazia. Utilizzata da sempre dai trafficanti è una rotta che è stata chiusa con l’accordo turco-europeo del marzo 2016.
Corre la fine dell’anno 2017. È il 19 Novembre. Una fredda e buia notte lungo i binari che separano la Serbia dalla Croazia. Una gruppo di persone supera la frontiera e viene catturata dalla polizia croata. Vengono rimandati indietro: seguite la ferrovia e tornate a Šid. Sono partiti dall’Afghanistan da più di due anni. Hanno attraversato a piedi le frontiere di tanti paesi. Sono la famiglia Hosseini.
Li ho conosciuti qualche mese prima a Bogovadja, in Serbia, in uno dei centri per richiedenti asilo del paese. Tra loro, la piccola Madina.
Le immagini che non riesco a togliermi dalla mente sono quelle del corpo insanguinato di Madina, sei anni di età, occhi grandi e scuri, travolta da un treno quella fredda notte di Novembre, in Europa.
Andavano al game. Il tentativo di attraversare illegalmente le frontiere, a piedi nei boschi, lungo le montagne, in mare sui barchini, a nuoto nei torrenti e nei fiumi.
„I go game“.
„see you in Europe!“
„I walked 15 days in the jungle, police catch me, deport me“.
„police beat me, took money, no phone“.
„in the night was cold“
„I saw animals, I was scared“
„I was going to die, me no swim good“
„fuck police“
Quante storie, quante persone ho ascoltato in questi due anni lungo la Balkan Route? Quanti di questi racconti sono uguali? Quante persone adulte ho visto piangere? Quante volte ho detto loro „be strong, you can do it, you must try again“?
Quanti bambini ho visto tornare dalle jungle infangati e infreddoliti? Quante volte li ho visti partire con gli zaini più grandi di loro?
Quante scarpe rotte ho trovato lungo i sentieri e i boschi dei Balcani? Quanti documenti stracciati? Quanti fuochi spenti? Quanti cellulari distrutti?
Chi sono queste persone che di notte attraversano i campi minati tra i confini della ex Jugoslavia, le montagne oramai innevate, i fiumi gelati, pericolosi e traditori anche d’estate?
Sono gli invisibili.
Invisibili quando si muovono tra le stazioni. Quando a Milano i minori non accompagnati vengono rapiti dai trafficanti in stazione Centrale che devono pagare per poter andarsene. Uno di loro è S. che è diventato „famoso“ perchè ha fatto parte di una delle campagne di MSF sull’infanzia e ora è di nuovo sparito, inghiottito dal sistema per i richiedenti asilo in Germania. Anche lui, con i suoi fratelli lo avevo conosciuto a Bogovadja, da dove poi erano partiti per la Bosnia, dove sono stati diversi mesi dormendo in una tendina e cercando di andare al game più volte.
Invisibili quando salgono sui treni o sugli autobus e si mischiano alla folla nella speranza di non essere riconosciuti come corpi estranei del sistema. Non parlano sul treno che li porta in Germania o in Francia, sanno che non possono essere scoperti. Si sono vestiti bene, hanno lasciato i vestiti sporchi del viaggio da qualche parte e cercano di apparire normali cittadini in viaggio con il trolley, direzione Berlino o Parigi.
Sono già passati, da Ventimiglia, da Bardonecchia, dal Brennero e non vogliono tornare indietro.
Si fanno piccoli nei bagagliai delle macchine per attraversare i confini, per nascondersi tra gli alberi e le rocce. Di notte, tra i boschi si sentono i passi e i respiri. Gli ululati dei cani, il rumore sordo dei colpi dei manganelli, le urla quando vengono pestati dalla polizia e rimandati indietro pesti e insanguinati.
Corrono gli invisibili, con quelle scarpe rotte, giù dai sentieri della Plješevica, giù per la Val Rosandra e dappertutto in Bosnia, Croazia, Slovenia, Italia gli ambientalisti si indignano perchè lasciano rifiuti.
Rifiuti gettati a lato della strada: vestiti, bottiglie, cibo, e guanti in lattice. Sono quelli della polizia che fa svuotare gli zaini a Lohovo, a Kulen Vakuf, sulle strade dove vengono fatti i respingimenti.
„do you want that I bring something in Italy for you and I send it to Germany when you arrive?”
E’ un po’ stupita dalla mia domanda H., ha 24 anni, viene dall’Afghanistan ed è in Serbia da due anni. Ha finito i soldi. Ha cercato di andare al game innumerevoli volte.
Le dico che altri suoi compagni di viaggio mi hanno dato dei loro ricordi, dei loro oggetti e che adesso che sono in qualche paese dell’UE glieli ho mandati.
Le dico: se hai qualcosa a cui tieni e che non vuoi perdere al game, lo porto con me e poi te lo spedisco.
Sorride amaramente e mi dice: „The only valuable things we have are our bodies. We have nothing to lose, but our lives”.
Sono ancora in Serbia H. e R. non hanno più soldi, non hanno più sogni.
Vengo taggata in una fotografia su Facebook. Sono altri due amici. C’è un piccolo carillon appoggiato alla finestra. So che musica suona, è la vie en rose. E so che quella è una finestra di Parigi.
Dopo diversi mesi in Serbia e tre mesi in Bosnia in uno dei campi informali al confine con la Croazia, O. e E. sono arrivati in Francia. Una delle ultime volte che avevano provato ad andare al game dalla Serbia, la polizia croata li ha trovati nascosti nel cassone di un camion e gli ha portato via lo zaino. Dentro lo zaino c’erano poche cose tra cui il primo regalo che O. aveva fatto a E. Un piccolo carillon.
Introvabile in Serbia, sono riuscita a trovarne uno in Italia e gliel’ho mandato. La vita non si ferma, la vita va avanti. Spero che il loro ricordo di quando stavano annegando nella Drina svanisca presto.
Quest’estate quella mattina di Luglio faceva caldo, tornavo da Belgrado con un nuovo gruppo di volontari. Mi raggiunge la notizia che la piccola Dunja Bibi è morta. Quando l’ho conosciuta un anno e mezzo fa camminava, era una bambina paffutella con gli occhiali e un occhio lo teneva bendato per correggere lo strabismo. Se n’è andata dopo un anno e mezzo in un campo profughi in Serbia senza che nessuno potesse fare niente per curarla da quella malattia neuro-degenerativa. Il suo cuore e i suoi polmoni sono stati gli ultimi a cedere. Ero riuscita a trovare su Amazon delle siringhe coniche per il sondino naso-gastrico. Ne è bastata una sola. La vado a trovare al cimitero ogni volta che posso quando sono lì.
Cosa dici a un ingegnere di sessant’anni che piange tra le tue braccia perchè deve dare i sonniferi alla sua bambina di un anno per farla dormire senza che si svegli sotto un telone di un camion? Chi sei tu, per fargli coraggio, che non riesci a capire dove queste persone trovino la forza o l’incoscienza di farsi trasportare come le foglie dal vento, verso questo sogno chiamato Europa?
Loro sono tra noi e sono l’esercito degli invisibili. Ed è giusto che gli si dia una voce, un volto e un nome.
Anche ai morti.
E questo elenco, è solo un piccolo elenco parziale dei morti che ho trovato facendo ricerche in rete, e riguarda solo il 2018 e solo Bosnia Serbia Croazia e Slovenia, alle porte d’Italia.
Non devono essere invisibili.
Data | Luogo | Motivo | Nazionalità | Sesso | Identità |
31/01/18 | Fiume Kupa – Località Ladešići – Confine Croazia/Slovenia | Annegamento | N.N | M | N.N. |
02/02/18 | Fiume Kupa – Località Učakovci – Confine Slovenia/Croazia | Annegamento | N.N | M | N.N. |
08/03/18 | Autostrada altezza di Ruma – Serbia | Investimento | N.N. | M | 2 N.N. |
09/04/18 | Fiume Kupa (parte slovena) | Annegamento | N.N. | M | N.N. |
23/04/18 | Fiume Sava – Comune di Obrenovac – Serbia | Annegamento | Afghanistan | M | 18 anni |
30/04/18 | Fiume Korana – Località Pavlovac – Confine Croazia/Slovenia | Annegamento | N.N | M | N.N. |
30/04/18 | Fiume Kupa – Località Žakanja – Confine Croazia/Slovenia | Annegamento | N.N | M | N.N. |
30/04/18 | Fiume Kupa -Località Preloka – Confine Slovenia/Croazia | Annegamento | Algeria | M | N.N |
21/05/18 | Fiume Kupa – Comune di Metlika – Confine Slovenia/Croazia | Annegamento | 1 N.N. | M | N.N. |
21/05/18 | Fiume Korana – Villaggio di Sturlic – Comune di Cazin | Annegamento | Afghanistan | M | Omaru Khanu Momandu |
28/05/18 | Fiume Drina – Comune di Zvornik – Confine Bosnia/Serbia | Annegamento | N.N | M | N.N. |
03/06/18 | Fiume Kupa – Località Gornje Prilišće – Confine Slovenia/Croazia | Annegamento | N.N | M | N.N. |
15/06/18 | Velika Kladuša – Bosnia | Accoltellamento | Marocco | M | n.n. 24 anni |
28/06/18 | Località Obrov – Slovenia | Ritrovato corpo decomposto senza mani e testa | Iran (?) | M | N.N. |
05/07/18 | Fiume Una – Comune di Bihac – Bosnia | Annegamento | N.N. | M | N.N. |
26/07/18 | Bihac -Bosnia | Meningite | Pakistan | M | Hassan Muhamed 19 anni |
01/08/18 | Dobrinci (Ruma) – Serbia | sparatoria | N.N. | M | 2 N.N. |
12/08/18 | Località Tomići – Comune di Dreznica – Croazia | Frana | Algeria | 2 M | 33 e 39 anni |
17/08/18 | Fiume Drina – Località Tabanci – Comune di Zvornik – Bosnia/Serbia | Annegamento | Presunto migrante (fonte non ufficiale) | M | N.N. |
09/09/18 | Sarajevo – Bosnia | Tumore al cervello | Marocco | M | Azzedinne Chekik (25 anni) |
07/11/18 | Ospedale di Cazin (trasportato da Šturlić – ritornati dal game?) – Bosnia | Morte naturale | Siria | M | A.Dž,(Iom ha le sue generalità era la campo Sedra) – 54 anni |
11/11/18 | Fiume Drina – Località Roćević Comune di Zvornik – Bosnia/Serbia | Annegamento | Presunto migrante (fonte non ufficiale) | M | N.N. |
18/11/18 | Fiume Drina – Località Tabanci – Comune di Zvornik – Confine Bosnia/Serbia | Annegamento | Presunto migrante | M | N.N. |
27/11/18 | Fiume Reka – Località Topolc – Comune di Ilirska Bistrica – Confine Slovenia/Croazia | Annegamento | Algeria | M | Nasim (25 anni) |
29/11/18 | Fiume Dobra – Località Protulip Skubinov slap – Confine Croazia/Slovenia | Annegamento | Siria | M | Ahmad Ibrahim (44 anni) |
01/12/18 | Campo profughi di Adaševci – Serbia | Ferita alla testa | N.N | M | N.N. |
…
Ho smesso di scrivere con regolarità. Sono stata tanti mesi in giro, tra la Bosnia e la Serbia. Troppi viaggi, troppi pensieri, troppe storie orrende.
Ma sta finendo l’anno e questo 2018, che è il secondo anno da quando è in vigore l’accordo turco europeo che doveva chiudere la rotta balcanica è quasi finito e allora eccomi.
Noi nel frattempo in Italia abbiamo dato vita a uno stato fascista, ma per fortuna lungo il cammino sto incontrando tante belle persone, solidali, che si danno da fare e che si indignano.
Se digitate in un qualunque motore di ricerca Bihac e Migranti, o Bosnia e migranti, saprete come stanno andando le cose quest’anno. Le rotte e i flussi migratori non si interrompono: cambiano forma, cambiano confini, cambiano i fiumi e cambiano le montagne, ma ricordate: ain’t no mountain high enough.
Se volete informarvi, su quello che succede nei Balcani dopo il Marzo 2016, beh potete farlo per esempio qui, a partire dai primi due link, che sono le pagine di due amici.
https://lungolarottabalcanica.wordpress.com/
https://it.euronews.com/2018/11/30/i-migranti-accampati-tra-croazia-e-bosnia
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