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Verso l’infinito e oltre!!!

Pubblicato: Maggio 20, 2011 in Uncategorized
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Ed eccomi nuovamente nella terra dei cevapi.
Il week end si prospetta movimentato, ma prima un flashback…

Dopo un bel week end elettorale che ha dato risultato eccezionali, eccomi tornata alla placida Una e alla verde Bosnia con una tappa in Osmiza nel carso triestino sulla via del rientro – cioè una sorta di locanda tipica della regione, in cui, soltanto i determinati periodi dell’anno c’è l’apertura.

La storia  è interessante:

L’usanza è molto antica, può farsi risalire all’epoca di Carlo Magno quando l’Istria e Tergeste vennero abbandonate dai bizantini ed entrarono a far parte del Regno franco. Un’ordinanza di Carlo Magno concedeva a tutti i viticoltori dell’Impero il diritto di vendere direttamente il loro vino segnalando tale attività con l’esposizione di una frasca.
Diversi documenti attestano l’esistenza delle osmizze in periodo medioevale. Uno, del 1430, riporta come i contadini di Prosecco presso Trieste sostenessero che il loro vino sfuso venduto sul posto fosse esente da dazi. L’antica usanza fu quindi restaurata, ristabilendone un preesistente radicato diritto, con un decreto del 1784 emanato da Giuseppe II d’Asburgo.
Il decreto permetteva agli agricoltori di vendere vino sfuso prodotto in casa per un periodo di otto giorni. Il termine osmizza (in sloveno osmica – pronuncia: osmiza) viene da osem che significa “otto” e indicava la durata della concessione del periodo di apertura, di otto giorni appunto, delle osmize.
L’osmizza in tali casi doveva essere indicata con una frasca in bella vista lungo la strada e sulla casa, pena la confisca.
Ancor oggi, a turno, i contadini dell’altopiano triestino aprono le loro cantine ed appendono delle frasche nelle vicinanze in modo da guidare gli avventori alle loro case. Il periodo di apertura può essere superiore agli otto giorni e viene calcolato sulla base della quantità di vino prodotto.

Ecco qua, quindi rinfrancata dalla bevuta di vino Terrano e dal maiale proposto in varie forme sono tornata nel mio castelletto azzurro. Con una miglioramento notevole, ho comprato il decoder per il satellite. Sfiga vuole che ieri c’era solo Santoro… Brrr.

Oggi, dopo che avrò effettuato l’acquisto di materiale per l’irrigazione per un totale di 80 dunum di terreno (l’unità di misura locale:  Il dunum è una unità di misura adottata a partire dall’età ottomana. Equivaleva inizialmente a 919,3 m² per poi essere portato a 1.000 m²) parto per la Bosnia orientale.

Week end di visite, mi sposto alle 14 da Bihac a Doboj jug (con tappa a Krupa), domani a Srebrenica, per arrivare infine a Sarajevo domenica… totale dell’itinerario secondo viamichelin: 888 Km, verso l’infinito e oltre!!!

Al rientro gustose foto in arrivo. Ed ecco l’itinerario… SRETAN PUT!!!