Resterà una data storica, quella di oggi, per la giustizia internazionale, per la Bosnia Erzegovina, per noi tutti?
Il Tribunale Penale internazionale per i crimini in ex Jugoslavia si è pronunciato nel pomeriggio contro uno dei principali responsabili della guerra del 92-95 in Bosnia, l’allora Presidente dell’autoproclamata repubblica serba di Bosnia, Radovan Karadzic.
Personaggio folkloristico, dal ciuffo ribelle, l’occhio spiritato, quando è stato catturato nel Luglio 2008 dopo 12 anni di clandestinità e fughe, lo hanno ritrovato travestito da guru, una specie di santone barbuto e dai capelli lunghissimi, che si professava esperto di cure naturali e rimedi per la sterilità.
Nel suo cv: psichiatra, poeta, politico… e pianificatore di sterminio di massa.
Infatti già nell’ottobre 1991, quando ancora Vukovar in Croazia non era stata del tutto rasa al suolo e quando ancora le fosse comuni in Europa erano un ricordo del ’45, pronunciava in parlamento a Sarajevo la seguente frase: Ovo nije dobro što vi radite. Ovo je put na koji vi želite da izvedete Bosnu i Hercegovinu ista ona autostrada pakla i stradanja kojom su pošle Slovenija i Hrvatska. Nemojte da mislite da nećete odvesti Bosnu i Hercegovinu u pakao a muslimanski narod možda u nestanak jer muslimanski narod ne može da se odbrani ako bude rat ovde.
Cioè: “Non è una cosa buona quella che state facendo (rivolto ai bosgnacchi, che stavano pensando al referendum per l’indipendenza dalla Jugoslavia, messo in atto nel 1992). La strada sulla quale volete condurre la BiH è la stessa autostrada d’inferno e violenza in cui sono finite Slovenia e Croazia. Non pensate che non condurrete la BiH all’inferno e il popolo musulmano all’estinzione, perchè il popolo musulmano non potrà difendersi, se qui scoppierà la guerra”.
Un pacifista nell’animo, sin dall’inizio. Del resto frequentare gentaglia in galera negli anni ’80 per piccole truffe, avrà avuto qualche influenza. I suoi intrallazzi con gli amici della Energoinvest e la casetta di montagna costruita a Pale con la sottrazione di fondi per progetti agricoli, gli avevano permesso in quella fase di transizione conseguente la morte di Tito (e pianificazione della dissoluzione della Jugo) di entrare nell’entourage dei serbi di Belgrado. In particolare il gran burattinaio Dobrica Cosic, uno dei maestri della propaganda filo-serba, lo sceglie come uomo chiave del nuovo Partito Democratico Serbo fondato a Sarajevo nel 1989.
Dalla primavera del 1992, con l’indipendenza della BiH, Karadzic insieme al suo capo Slobodan Milosevic (da Belgrado) e il suo macellaio Ratko Mladic, diventano nomi ricorrenti nei fatti di cronaca. Villaggi bruciati, stupri di guerra, campi di concentramento, riportano tutti le loro firme, fino all’epilogo dell’orrore che si raggiunge nel 1995, a Luglio, nella piccola cittadina di Srebrenica, Bosnia orientale. Quasi 8.000 ragazzi, uomini, anziani deportati, uccisi e seppelliti in fosse comuni nel giro di tre giorni.
Il genocidio avviene su ordine della direzione della Repubblica Serba di Bosnia. Mladic e i suoi fanatici assassini sono gli l’esecutori. Il mandante è lo psichiatra poeta.
Finita la guerra, da fine conoscitore della mente umana il nostro capisce che non tutti gli vogliono così tanto bene, e si defila quatto quatto…puff.
Il Tribunale Penale Internazionale per i Crimini nella Ex-Jugoslavia lo accusa di crimini di guerra, di aver tenuto le forze internazionali delle UN in ostaggio facendo far loro da scudi umani, di aver organizzato e ordinato il genocidio di Srebrenica e l’assedio di Sarajevo. L’Interpol emette dal 1996 un mandato di ricerca per crimini contro l’umanità, genocidio, gravi violazioni delle convenzioni di Ginevra commessi contro non-serbi nel suo ruolo di Comandante Supremo delle forze armate serbo-bosniache e Presidente del Consiglio Nazionale di Sicurezza della Repubblica Srpska.
Per dodici anni – ad ogni modo – di Karadzic si continua a parlare, ogni tanto viene anche avvistato in giro nonostante la latitanza (anche allo stadio in Italia, o a Venezia, così bella), si cerca anche (forse) di catturarlo – ma ahimè la Nato così come Napoleone, non riesce ad affrontare la neve e l’inverno balcanico, quindi il nostro riesce sempre a farla franca. La sua famiglia gli chiede di arrendersi, ma lui niente, testone come solo un montenegrino sa essere, preferisce studiare la modalità di velocizzare gli spermatozoi piuttosto che finire al gabbio.
Le sue protezioni politiche però a un certo punto scemano e il nostro – volente o nolente – viene arrestato a Belgrado in una casa di periferia. I vicini del Dottor Dabic dicono tutti: era una persona così educata, salutava sempre.
Viene trasferito all’Aja e comincia il processo. 11 i capi d’accusa su cui sentenziare.
Alle 16 e 20 di oggi, il giudice O-Gon Kwon (che ha letto per due ore e venti di seguito le accuse, bevendo ettolitri di thè) chiede all’imputato presente in aula che si alzi per snocciolargli il rosario.
Accusa 1: Genocidio. In particolare si fa riferimento al progetto di pulizia etnica di 7 municipalità: Bratunac, Foča, Ključ, Kotor Varoš, Prijedor, Sanski Most, Vlasenica e Zvornik. Ritenuto non processabile su questo capo nel 2012 per mancanza di prove, l’accusa viene reintrodotta in Appello nel Luglio 2013, proprio l’11 del mese. Oggi, 24 marzo 2016 viene riconfermata l’insufficienza di prove e il collegio dei giudici si “limita” a riconoscere i reati di crimini contro l’umanità, omicidio e persecuzione.
Accusa 2: Genocidio, legato all’eccidio di Srebrenica. Sentenza: Colpevole
Accusa 3: Persecuzione per motivi razziali, religiosi ed etnici (crimine contro l’umanità). Colpevole
Accusa 4: Sterminio (crimine contro l’umanità). Colpevole
Accusa 5: Omicidio (crimine contro l’umanità). Colpevole
Accusa 6: Omicidio (violazione delle leggi e costumi di guerra). Colpevole
Accusa 7: Deportazione (crimine contro l’umanità). Colpevole
Accusa 8: Atti inumani e trasferimento forzato (crimine contro l’umanità). Colpevole
Accusa 9: Atti di violenza con lo scopo di diffondere il terrore nei confronti della popolazione civile, violazione delle leggi e dei costumi di guerra. Colpevole
Accusa 10: Attacco illegittimo verso i civili, violazione delle leggi e dei costumi di guerra. Colpevole
Accusa 11: Presa di ostaggi, violazione delle leggi e dei costumi di guerra. Colpevole
Qui dentro, in questi 11 capi d’accusa, ci sono le 11.541 vittime di Sarajevo e i suoi assediati, i 284 caschi blu dell’Onu presi come ostaggi, le 8.372 vittime di Srebrenica, le almeno 10.000 donne stuprate che ancora stanno in silenzio, le case incendiate, le persone arse vive, le fosse comuni, le torture, le deportazioni, i luoghi religiosi e culturali rasi al suolo, le umiliazioni, i furti, le dita tagliate, le teste mozzate, i corpi smembrati.
La pena da scontare, in termini di anni di detenzione, è un numero rotondo, poco impressionante. Mr Karadzic lei ha vinto una gita premio in una galera nemmeno troppo terribile per una durata di 40 anni per aver solamente cercato di sterminare un popolo, ma visto che 8 li ha già fatti, gliene mancano pochi, si consoli. Poi tra buona condotta, età e motivi di salute vedrà che tornerà presto a godersi la buona aria di Pale e delle montagne della Jahorina.
Il processo, iniziato il 26 ottobre 2009 è durato 498 giorni, durante i quali sono state esibiti 11,500 tra reperti e prove d’accusa. 586 testimoni, di cui 337 sono stati chiamati dalla Procura, 248 dalla difesa e 1 dalla Camera di primo grado.
E? E niente, finisce qui, anzi no, perchè ovviamente ci sarà l’appello.
Io resto con il solito sapore amaro in bocca, quando si ha a che fare coi fatti di giustizia. La stessa sensazione, mista a incazzatura e delusione che provano i miei amici in giro per i Balcani. Un po’ di incredulità, un po’ di indignazione, un po’ di sensazione di alleggerimento, in ogni caso, perchè al di là di tutto, (anche) questo processo è finito e un criminale è stato riconosciuto colpevole.
Sul conteggio degli anni vengono fatti calcoli che esulano dalla mia capacità di comprensione, non sono un giudice, e mi faccio forza sperando che si vada avanti con il processo di giustizia, l’unico vero modo per avere riconciliazione così necessaria ancora, in questi luoghi.
Del resto, ma come lo misuri un Genocidio? Cioè, cosa c’è di più terribile e quale pena va comminata a uno sterminatore di massa? Ergastolo? Condanna a morte? Gli han dato di galera più degli anni che in linea teorica potrebbe vivere. E’ una pena sufficiente? E’ una pena giusta? Di certo vi è che è una pena. In tutti i sensi. Per lui a cui è stata comminata, e per chi l’ha vissuta, la pena, l’ansia, la sofferenza in tutti questi anni.
Può essere una ripartenza? Questa è la domanda. Questa la speranza.
161 processi (149 quelli conclusi) sono un niente, comparati all’enormità dei fatti criminosi accaduti alle porte di casa nostra, ed è evidente che il mondo ancora una volta ha fallito o quantomeno ha perso un’occasione.
Speriamo non ce ne debbano essere altre, nella storia dell’umanità.
Qui la pagina del Tribunale penale: http://www.icty.org/en/press/tribunal-convicts-radovan-karadzic-for-crimes-in-bosnia-and-herzegovina